lunedì 5 maggio 2008

Si era detto "partecipazione democratica elettronica"?

Una forma di partecipazione democratica elettronica (cfr. art.9 del post precedente) è la possibiltà di riuscire a votare stando all'estero.

"Sei andata a votare?! A me non hanno inviato la cartella elettorale, quindi non ho votato: ci son stati dei problemi di comunicazione fra consolato e il mio comune. Incapaci! Non ho parole…".

Attilio, italiano a Londra. 14 aprile 2008.
Esempio di come le potenzialità delle nuove tecnologie, rimangano inespresse o estese a pochi, e di quanto nella comunicazione pubblica e istituzionale, nell'amministrazione digitale ci sia ancora molto da fare.
Voglio essere ottimista e pensare che, nell'arco di pochi decenni, la preparazione di impiegati e di utenti all'uso delle reti telematiche riduca queste lacune comunicative.

Amministrazione digitale e alfabetizzazione informatica: leggi e riflessioni

Sul sito del CNIPA (Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione) è possibile consultare il Codice dell'Amministrazine Digitale, un provvedimento di legge che tenta di armonizzare la regolamentazione del rapporto tra la Pubblica Amministrazione (PA), i cittadini, le imprese e la tecnologia (dalla home page, è possibile scaricare il file pdf dell'intero codice).

Idea fondante di ogni comunicazione pubblica e istituzionale è il
diritto all’uso delle tecnologie (capo I - sez II: Diritti dei cittadini e delle imprese-art.3):

1. I cittadini e le imprese hanno diritto a richiedere ed ottenere l’uso delle tecnologie telematiche nelle comunicazioni con le pubbliche amministrazioni e con i gestori di pubblici servizi statali nei limiti di quanto previsto nel presente codice.

1-bis. Il principio di cui al comma 1 si applica alle amministrazioni regionali e locali nei limiti delle risorse tecnologiche ed organizzative disponibili e nel rispetto della loro autonomia normativa.

Questo codice contempla anche il problema dell'Alfabetizzazione informatica dei cittadini (capo I - sez II: Diritti dei cittadini e delle imprese-art.8):

1. Lo Stato promuove iniziative volte a favorire l’alfabetizzazione informatica dei cittadini con particolare riguardo alle categorie a rischio di esclusione, anche al fine di favorire l’utilizzo dei servizi telematici delle pubbliche amministrazioni.

e la questione della Partecipazione democratica elettronica (capo I - sez II: Diritti dei cittadini e delle imprese-art.9):

1. Lo Stato favorisce ogni forma di uso delle nuove tecnologie per promuovere una maggiore partecipazione dei cittadini, anche residenti all’estero, al processo democratico e per facilitare l’esercizio dei diritti politici e civili sia individuali che collettivi.

Pare condivisa l'idea che noi nati negli anni '70 e '80 siamo una generazione a cavallo tra chi si è dovuto approcciare alle nuove tecnologie in età adulta e chi ha avuto, da un decennio a questa parte, e avrà la possibilità di crescere e formarsi in modo più omogeneo affiancando all'abc e alla computazione un'alfabetizzazione tecnologica.

Siamo autodidatti, con tutta la gloria e i limiti che ne seguono, ma abbiamo potuto anche usufruire delle prime iniziative di "alfabetizzazione tecnologica di massa" (ad esempio i corsi di informatica di base dell'università), conseguenti alla presa di coscienza, con la regolamentazione legislativa, da parte delle istituzioni dell'importanza della formazione alle nuove tecnologie.

Una posizione di medietà, di transizione e assestamento: il tempo della storia umana sembra comprimersi e accelerarsi in cambiamenti storici ed effetti sperimentabili nell'arco di una vita: siamo i primi figli che insegnano ai genitori e la prima generazione, ce lo auguriamo, ad essere appena in tempo per essere sufficientemente preparata ai cambiamenti e alle evoluzioni tecnologiche costanti.

sabato 3 maggio 2008

Ubiquità nipponica

A proposito di DD (Digital divide):

[Corriere della sera - Massimo Mucchetti - 24/04/08]

"Nel 2010 tutti i giapponesi potranno connettersi con 15 euro al mese ad una banda larghissima da 100mbit con qualunque terminale e da qualsiasi punto geografico del paese. Per il governo nipponico, questa innovazione strutturale dara’ al Giappone la stessa forza innovativa che gli ha permesso di diventare la seconda potenza industriale del mondo negli anni sessanta e settanta. Sulla stessa strada sono avviate le principali metropoli cinesi, la Corea e Singapore, ma anche ovviamente gli Stati Uniti di Google e della Apple e l’Europa del Nord della Nokia.

Il Giappone potrà dirsi pronto a costruire l’ubiquità quando tutti i suoi 128 milioni di cittadini, continuando a pagare una tariffa base attorno ai 15 euro, potranno collegarsi alla velocità di 100 megabit al secondo, passando dalla rete fissa alla mobile e viceversa, in qualsiasi luogo del Paese a qualsiasi ora, in superficie e in galleria. Il progetto si intitola u-Japan. Lo slogan è: Anytime, Anywhere, by Anything and Anyone. L’infrastruttura dovrà essere pronta nel 2010.

Per una nazione, dove si vive in media fino a 82 anni, e si nasce sempre meno, la vita in banda larghissima dovrebbe diventare più agevole per i vecchi e più stimolante per i giovani grazie a un uso facile e pervasivo dell’Ict (Information communication tecnology). Cambierebbero il modo di lavorare, la cura della salute, l’educazione scolastica e l’aggiornamento professionale, i trasporti pubblici e privati, la sicurezza e la prevenzione degli effetti di terremoti e tifoni, si utilizzerebbero meglio i materiali e le fonti energetiche. Infine, aumenterebbe la produttività del sistema e si potrebbe contrastare molto meglio la concorrenza dei paesi emergenti nella manifattura, che resta il cuore del Paese".

venerdì 2 maggio 2008

| Digital | Divide | :-(

Velocità di connessione 52.0 kbps.
Non c'è che dire, si va migliorando: oggi pomeriggio
a r r a n c a v o a 50.6 kbps.

E di quanto è la durata media di un computer? 2 anni? Be' dai, il mio ne ha solo 7.

L'aspetto positivo è che, se quella del pc mi è preclusa, posso dare libero sfogo alla mia di funzione multitasking: negli intervalli di tempo in cui le pagine si caricano, sfamo la gatta, rifaccio il letto, telefono, leggo un po' (parole su carta! tutte insieme e fisse lì!), scolo la pasta, lavo i denti, sfratto quei mitocondri pelosi di sporcizia da sotto il mouse, faccio un po' di spider-watching (basta che dal tuo angolino di soffitto non ti muovi!), m'assento un po' alla finestra.. butto un occhio sul monitor. Maledetta clessidra.
uff.

http://www.antidigitaldivide.org/index.php

La sinossi cartacea e il web frammentato

“Ora il giornale è di fronte a una sfida, perché con la rete nasce una nuova scansione del tempo. Il giornale finora – e per il futuro – questo fa: scandisce il tempo, ce ne propone una forma, un passo, fatto di giorni.

La rete risolve questa scansione nella continuità e questo carattere della rete influenzerà i media nel prossimo futuro. Ma io penso che il giornale resterà come la “riserva aurea” per gli stati, un patrimonio che è là, a garanzia dell’equilibrio monetario.

Perché mentre il web – pur nella sua potenza – è l’accumularsi dei frammenti in un continuum temporale, non è però visione d’insieme, non è sinossi. L’ancoraggio alla sinossi, in un arco temporale dato, è il dono che il giornale ha fatto all’umanità e che resta incancellabile”.


Derrick De Kerckhove, direttore del “McLuhan Program in Culture & Technology"

Spunto interessante dal blog del collega Francesco Caronna. Vi consiglio di leggere il suo commento.

Per il testo integrale dell’intervista di Vittorio Zambardino a Derrick De Kerckhove cliccate qui.